Suzuki e motomondiale, una lunga storia d’amore
La Suzuki è una delle più grandi e storiche aziende di motociclette al mondo, con una lunga tradizione nel campo delle competizioni motociclistiche. Il suo impegno nel motomondiale risale agli anni ’60, quando ha iniziato a partecipare al campionato mondiale di motocross. Negli anni successivi, la casa di Hamamatsu ha esteso la sua presenza nel motomondiale, partecipando a diverse categorie, tra cui la 250 cc, la 500 cc e la MotoGP.
Una storia fatta di alti e bassi e grandissimi campioni
La Suzuki ha ottenuto un gran numero di successi nel motomondiale, vincendo titoli iridati in diverse categorie. Tra i suoi piloti più famosi, si possono citare nomi come Barry Sheene, Kevin Schwantz, Kenny Roberts Jr., Joan Mir e Alex Rins.
Tuttavia – e sempre con grande rammarico dei fan del marchio – la Suzuki ha annunciato il suo ritiro dalla MotoGP a fine 2011, per poi tornare regolarmente nel 2015. Dopo un periodo di difficoltà, la Suzuki ha iniziato a ottenere buoni risultati, arrivando a vincere il titolo piloti con Joan Mir nel 2020.
Anche la recente notizia del nuovo ritiro della Suzuki dalla MotoGP ha lasciato di stucco gli appassionati di motociclismo, soprattutto per via dell’alto livello di competitività raggiunto dalla bellissima Suzuki GSX-RR 2022.
L’addio al campionato del mondo di motociclismo è avvenuto infatti con la fantastica vittoria di Alex Rins nel GP di Valencia. Si resta quasi increduli all’idea che una casa in grado di vincere nella categoria più tecnologica e competitiva del motociclismo decida comunque di uscire dalle scene… speriamo sia (anche questa volta) solo una parentesi.
In generale, la storia della Suzuki nel motomondiale è quella di una azienda che ha saputo affermarsi come una delle principali protagoniste delle competizioni motociclistiche a livello mondiale, ottenendo numerosi successi e sviluppando tecnologie all’avanguardia per le sue moto.
Tutto questo però unito alla scelta (o necessità) di prendersi dei lunghi ‘periodi di riflessione’… delle uscite di scena che l’hanno comunque sempre vista tornare in pista con un solo obiettivo, sviluppare moto sempre più competitive e vincenti.
Le prime vittorie mondiali con Barry Sheene
Barry Sheene è stato uno dei più famosi piloti inglesi di motociclette della storia, noto per le sue prestazioni straordinarie e il suo stile di guida audace. Sheene ha iniziato la sua carriera nel motomondiale negli anni ’70, diventando presto uno dei piloti più rappresentativi della Suzuki.
Con la Suzuki RG 500, Sheene ha ottenuto numerosi successi, tra cui due titoli mondiali consecutivi nella classe 500 cc, nel 1976 e nel 1977. Durante questi anni, Sheene è diventato uno dei piloti più popolari del motomondiale, grazie anche alla sua personalità spavalda e al suo stile di vita stravagante.
Sheene ha continuato a correre con la Suzuki fino alla fine degli anni ’70, prima di passare ad altre squadre. Tuttavia, il suo legame con la Suzuki è rimasto forte per tutta la vita, e la sua fama di pilota leggendario è stata rafforzata dalle sue prestazioni straordinarie con la casa giapponese.
Sheene è morto prematuramente nel 2003, ma rimane uno dei più grandi piloti di motociclette della storia e il suo nome è indissolubilmente legato a quello del marchio Suzuki.
La doppietta italiana con Lucchinelli ed Uncini
A cavallo tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80 la Suzuki RG 500 si dimostra una moto performante e affidabile, sono molti i piloti a bordo del mitico ‘Gamma 500’ e questo consente alla casa di Hamamatsu di accaparrarsi anche diversi titoli costruttori nella massima serie.
Nel 1981 il titolo mondiale viene vinto da Marco Lucchinelli, con un totale di 5 vittorie e 2 podi il pilota italiano, detto ‘cavallo pazzo’ per il suo stile di guida, ottiene il terzo titolo mondiale per la Suzuki.
Nel 1982 il pilota di punta della Suzuki diventa invece Franco Uncini, che realizza l’impresa dei due titoli mondiali consecutivi per la casa motociclistica.
Suzuki arriva a vincere sette titoli costruttori consecutivi, è palese quindi la superiorità della moto che è stata sviluppata dai suoi tecnici.
L’epopea Suzuki con Kevin Schwantz
Kevin Schwantz è stato un pilota di motociclismo statunitense, noto per la sua carriera nel campionato mondiale di motociclismo in sella alla Suzuki RGV 500. Schwantz ha iniziato a correre nel campionato mondiale 500 cc nel 1986, da subito come pilota Suzuki. Nei sui primi due anni, ha ottenuto una serie di buoni risultati, arrivando poi a vincere il suo primo Gran Premio in Giappone nella gara di debutto della stagione 1988.
Negli anni successivi, Schwantz ha continuato a essere uno dei piloti più forti e funambolici della categoria, classificandosi secondo nel campionato del 1990, terzo in quello del 1991 e vincendo il titolo mondiale 500 cc nel 1993. Il suo grande coraggio e il suo stile di guida estremo lo hanno portato a diventare un vero e proprio idolo per i motociclisti di quegli anni e anche per quelli delle successive generazioni.
Un pilota che metteva il cuore sopra a ogni cosa, rischiando spesso oltre il dovuto… cosa che lo ha portato a collezionare diversi infortuni nell’arco della sua carriera nella classe regina.
In totale, Schwantz ha vinto 25 Gran Premi nella sua carriera, di cui 24 a bordo di una Suzuki.
Dopo il ritiro dalle competizioni nel 1995, Schwantz è stato inserito nella MotoGP Hall of Fame nel 2000 e nella International Motorsports Hall of Fame nel 2013. Inoltre, la Suzuki ha creato una moto speciale in suo onore, chiamata GSX-R1000 Kevin Schwantz Edition, che rende omaggio alla sua carriera e al suo legame con il marchio.
L’ultimo titolo mondiale nella classe 500 con Kenny Roberts Jr.
Kenny Roberts Jr. è stato un pilota motociclistico statunitense che ha corso con successo nel campionato mondiale di motociclismo negli anni ’90 e 2000. Roberts Jr. ha iniziato la sua carriera nel motomondiale nella classe 250 cc del 1993, arrivando poi a correre con la Suzuki nella categoria 500 cc nel 1999.
Nel suo primo anno in Suzuki è riuscito a ottenere una sorprendente vittoria nella seconda gara nel GP della Malesia, lottando da subito per il titolo mondiale e classificandosi secondo al termine del campionato.
Nel 2000 ha ottenuto con la Suzuki il suo primo titolo iridato, battendo il leggendario Valentino Rossi in un’emozionante lotta per il titolo. Roberts Jr. è rimasto con la Suzuki fino al 2005, per poi ritirarsi dalle competizioni a livello mondiale nel corso dell’anno 2007.
Ha quindi messo la firma sull’ultimo campionato del mondo vinto da Suzuki nella classe 500 cc, nel 2002 furono infatti introdotte le moto con motore a 4 tempi e istituita la classe MotoGP.
Il debutto della GSV-R nella MotoGP e la prima vittoria
Il 2002 è l’anno della grande rivoluzione, i motori a 2 tempi escono definitivamente di scena per fare posto alle MotoGP a 4 tempi, inizialmente di cubatura 990 cc e poi portate ad 800 cc nella stagione 2007.
Suzuki debutta in MotoGP nel 2002 con la GSV-R dotata di motore V4, con i piloti Kenny Roberts Jr. e Sete Gibernau ma nei primi anni non arrivano particolari risultati.
La prima vittoria di Suzuki in MotoGP avviene nel 2007 con la GSV-R 800, nella gara bagnata di Le Mans (GP di Francia), e porta la firma di Chris Vermeulen.
Il ritiro al termine del 2011 e il ritorno alla vittoria nel 2016
Al termine della stagione 2011 Suzuki annuncia che sospenderà temporaneamente la sua partecipazione nel campionato MotoGP, indicando da subito come anno del suo rientro quello del 2014.
Rientrata a pieno regime in MotoGP nel 2015, Suzuki in pochi anni ha dimostrato di poter tornare ad essere vincente, realizzando delle moto che hanno fatto dell’equilibrio generale e dell’agilità i loro punti di forza.
La moto del rientro è la GSX-RR, è dotata di un motore 4 cilindri in linea e si dimostra da subito competitiva ed affidabile.
A riprova di questo arriva infatti la prima vittoria della Suzuki ad opera di Maverick Vinales nel GP di Silverstone nel 2016.
Il titolo mondiale 2020 in MotoGP con Joan Mir
Il 2019 è l’anno della crescita per il progetto Suzuki, la moto trova il bilanciamento ideale e arrivano due importanti vittorie con Alex Rins, che si ritrova ad essere una presenza costante nelle prime sei posizioni di gara.
La moto c’è, oltre ad essere affidabile è molto ben bilanciata e veloce ed ora è possibile puntare al massimo risultato.
Il campionato del mondo MotoGP del 2020 è stato infatti vinto da Joan Mir, pilota spagnolo della Suzuki. È stato il suo primo titolo mondiale in MotoGP e il settimo titolo per Suzuki, che aveva già vinto 6 volte nella classe 500cc.
Mir è stato in grado di conquistare il titolo grazie a una stagione molto solida, contraddistinta da molti podi e una sola vittoria. Ha lottato per il titolo fin dall’inizio della stagione e, nonostante alcuni alti e bassi, è riuscito a mantenere una posizione di vertice nella classifica generale per tutta la stagione. Alla fine della stagione, ha avuto un vantaggio di 13 punti sull’altro contendente al titolo, Franco Morbidelli.
Il campionato MotoGP del 2020 è stato segnato da diverse sfide, come il COVID-19 e il conseguente riadattamento del calendario di gara. Nonostante queste difficoltà, Mir è stato in grado di mantenere la concentrazione e portare a casa il titolo in modo esemplare. La sua vittoria, unita al terzo posto in classifica del compagno di squadra Alex Rins, hanno rappresentato un trionfo per la Suzuki e per il team Ecstar, che hanno lavorato sodo per ottenere questi successi.
L’ultima vittoria e l’addio alla MotoGP nel 2022
Nel corso del campionato MotoGP 2022 Suzuki dichiara che lascerà la competizione mondiale al termine dell’anno in corso, lasciando un pò tutti increduli della notizia, visti gli ottimi risultati ottenuti negli ultimi anni di partecipazione.
Queste le parole del presidente Toshihiro Suzuki relative alle motivazioni che hanno portato Suzuki ad operare questa scelta:
Suzuki ha deciso di porre fine alla partecipazione di MotoGP ed EWC a fronte della necessità di riallocare risorse su altre iniziative per la sostenibilità. Le corse motociclistiche sono sempre state un luogo stimolante per l’innovazione tecnologica, inclusa la sostenibilità e lo sviluppo delle risorse umane. Questa decisione significa che accetteremo la sfida di costruire la nuova attività di business motociclistico reindirizzando le capacità tecnologiche e le risorse umane che abbiamo coltivato attraverso le attività di motociclismo per indagare su altri percorsi per una società sostenibile
L’addio è addolcito dal bel finale di stagione di Alex Rins, che dopo la vittoria nel GP d’Australia a Phillip Island si ripete proprio nella gara di chiusura del campionato MotoGP 2022, nel GP di Valencia.
Un GP che vede laurearsi campione del mondo 2022 ‘Pecco’ Bagnaia su Ducati e che segna quello che sembra un vero e proprio addio di Suzuki dal motomondiale.